Cappella Musicale della Pontificia Basilica del Santo di Padova

Cerca nel sito

Vai ai contenuti

Se il cuore sopportasse i chiodi

I concerti > anno 2011 > Aprile 2011

Il giorno 18 marzo 2011, alle ore 20.45 presso la Chiesa dei Servi di Padova, si è svolto un recital a cui ha partecipato l'Ensamble della Cappella Musicale del Santo, in occasione del 500° Anniversario del Miracolo del Crocifisso.

Programma e compositori

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Johann Sebastian Bach
nasce il 14/03/1685 a Eisenach da una famiglia di musicisti.
A 10 anni rimane orfano e viene educato dal fratello maggiore che gli impartisce lezioni di organo e clavicembalo.
Nel 1700 si trasferisce a Luneburg, dove entra a far parte del coro della Michaeliskirche (Chiesa di San Michele) come soprano.
Dopo essere stato per poco tempo violinista presso la corte di Sassonia-Weimar, nel 1703 diviene organista titolare di S. Bonifacio ad Arnstadt e, in breve tempo, diventa famoso.
Nel 1705 intraprende un viaggio a piedi, poi diventato leggendario (400 km), per andare a Lubecca ad ascoltare l'allora famoso organista D. Bextehude, che Sebastian ammirava particolarmente per le sue composizioni.
Bach si stabilisce a Weimar e qui compone un gran numero di pezzi per organo e le Cantate, poco apprezzate dai contemporani, che lo apprezzano moltissimo come organista, seguendo in massa i concerti che tiene dal 1713 al 1717 a Dresda, Halle, Lipsia e in altri centri.
Nel 1717 assume la carica di maestro di cappella alla corte riformata del principe Leopoldo di Anhalt-Cothen a Kothen, con l'incarico di comporre Cantate d'occasione e musiche concertistiche.
Nel 1723 si trasferisce a Lipsia e accetta il posto di Kantor nella chiesa di S. Tommaso, compone un gran numero di Cantate Sacre e le celeberrime grandi Passioni, ritornando alla musica strumentale solo verso il 1726.
Dal 1729 al 1740 Bach è direttore del Collegium Musicum universitario per il quale continua la sua opera di compositore di musica per clavicembali e musica strumentale varia.
Nel 1747 il re Federico II di Prussia lo invita a Potsdam, riservandogli grandi onori e assistendo ammirato alle sue magistrali improvvisazioni.
Verso il 1749 la salute del compositore comincia a declinare, la vista si affievolisce sempre più e, diventato cieco, detta la sua ultima, immensa composizione (rimasta purtroppo incompiuta) l'"Arte della fuga".
Johann Sebastian Bach, grande compositore di Messe, Passioni e Oratori, Cantate sacre e profane, musica d'orchestra, musica da camera per vari strumenti, opere d'organo, opere per clavicembalo e per altri strumenti. muore a Lipsia il 28 luglio 1750 e la sua musica (pubblicata in 59 volumi), viene riscoperta solo nel 1829, grazie ad un'esecuzione di Mendelssohn della "Passione secondo Matteo".

Il corale che verrà eseguito fa parte della
Passione secondo S. Matteo di Bach composta nel 1727 e rappresentata per la prima volta nello stesso anno a Lipsia.

La Passione è una composizione per due cori.
Il motivo per cui questa Passione è a due cori e a due orchestre è un fatto contingente: il fatto, cioè, che Bach poteva disporre, per l'esecuzione, di una chiesa, a Lipsia, in cui i due cori si potevano disporre l'uno di fronte all'altro, in modo da creare un efficace effetto stereofonico (come del resto succedeva a Venezia, a San Marco, dove i fratelli Gabrieli, nel XVI secolo, inventarono la musica stereofonica).

Ma l'opera non era allora come è oggi.
Nel 1736 venne eseguita nuovamente in forma più allargata, ma solo nel 1740 acquisterà la sua struttura attuale.
Il testo è in parte del Vangelo e in parte di Christian Friedrich Henrici, detto Picander.

Bach considerava il testo come un elemento estremamente importante: infatti per questo, nel manoscritto, esso venne da lui scritto interamente con inchiostro rosso.

Scrive Paolo Russo : "
Bach dà voce alla memoria della Passione di Cristo secondo lo spirito e le forme della liturgia. La ripercorre attraverso un testo sacro, il testo evangelico, e la incornicia tra due momenti estranei, un coro introduttivo ed uno di congedo, che la sbalzano, la isolano dal comune scorrere delle cose e del tempo attribuendole caratteri sacramentali e monumentali."


Esecuzione in programma


O Haupt voll Blut und Wunden
(dalla Passione secondo S. Matteo BWV 244)

Testo

1.
O Haupt voll Blut und Wunden,
Voll Schmerz und voller Hohn,
O Haupt, zum Spott gebunden
Mit einer Dornenkron’,
O Haupt, sonst schön gezieret
Mit höchster Ehr’ und Zier,
Jetzt aber höchst schimpfieret:
Gegrüßet sei’st du mir!

2.
Du edles Angesichte,
Davor sonst schrickt und scheut
Das große Weltgewichte,
Wie bist du so bespeit!
Wie bist du so erbleichet!
Wer hat dein Augenlicht,
Dem sonst kein Licht nicht gleichet,
So schändlich zugericht’t?


Traduzione del testo:

"O capo pieno di sangue e di ferite, pieno di dolore e di disprezzo! O capo cinto per scherno da una corona di spine! O capo, già bellamente adorno di grande onore e bellezza, ora invece tanto vilipeso, io ti saluto!

O nobile viso per cui teme e trema il grande peso del mondo, come hanno potuto sputarti addosso! Come sei impallidito, chi ha ridotto in modo così miserevole la luce dei tuoi occhi, a cui altrimenti nessuna luce poteva essere paragonata?"


--------
Rif: Wikipedia

Dietrich Buxtehude (1637-1707)

Dietrich Buxtehude (1637-1707), compositore danese, lavorò dal 1668 fino alla morte a Lubecca, città in cui fu organista della chiesa di S. Maria. La sua fama fu eccezionale e con lui la città divenne il fulcro di tutte le attività musicali centroeuropee, anche grazie all'istituzione dei famosi concerti di musiche sacra, gli "Abendmus iken".
Fu maestro ineguagliabile all'organo, rivelando nelle sue composizioni (corali, toccate, preludi e fughe) uno stile potente e spesso grandioso; lasciò anche numerose messe, sonate per violino, viola e basso continuo, composizioni per clavicembalo, cantate sacre.



Membra Jesu nostri in cruce patientis, la più estesa delle composizioni vocali, è costituita da una raccolta di cantate dedicate a sette diverse parti del corpo di Gesù sulla croce (Ad pedes, Ad genua, Ad manus, Ad latus, Ad pectus, Ad cor, Ad faciem).

Quest'opera è riconosciuta come il primo oratorio luterano. Il testo, "Salve mundi salutare", conosciuto anche come "Rhythmica oratio", è un poema dello scrittore medioevale Arnolfo di Louvain, morto nel 1250. L'oratorio è diviso in sette parti, ciascuna delle quali corrispondente ad una parte del corpo crocifisso di Gesù: piedi, ginocchia, mani, costato, torace, cuore e testa.

Ognuna delle sette cantate del "Membra Jesu Nostri" è divisa a sua volta in sei sezioni: un'introduzione strumentale, una parte cantata da cinque voci (ad eccezione delle cantate quinta e sesta, dove sono usate solo tre voci), tre arie per una o tre voci, ciascuna seguita da un ritornello strumentale, ed una ripetizione della parte strumentale. La prima e l'ultima cantata, però, si discostano da questo schema: nella prima il coro ripete la prima aria dopo la ripetizione, mentre nell'ultima le cinque voci cantano l'ultima aria e l'amen finale al posto della ripetizione.

Buxtehude selezionò alcuni versetti biblici per i concerti e tre strofe da ogni parte del poema "Salve mundi salutare" per le arie. I testi biblici sono scelti per indicare le parti del corpo di Gesù e provengono in gran parte dall'Antico Testamento.

Esecuzione in programma


Membra Jesu nostri (BuxWV75)
Cantate per soli, coro a 5, archi e b.c.


  • Ad genua

Ad ubera portabimini (coro a 5)
Salve, Jesu, rex sanctorum (tenore solo)
Quid sum tibi responsurus (contralto solo)
Ut Te quaeram mente pura (soprano, contralto, basso soli)
Ad ubera portabimini (coro a 5)

Testi

1. Sonata

2. Concerto
Ad ubera portabimini,
et super genua blandientur vobis. (Is. 66,12)

3. Aria
(T)
Salve Iesu, rex sanctorum,
spes votiva peccatorum,
crucis ligno tamquam reus,
pendens homo verus Deus,
caducis nutans genibus.

4. Aria
(A)
Quid sum tibi responsurus,
actu vilis corde durus?
Quid rependam amatori,
qui elegit pro me mori,
ne dupla morte morerer?

5. Aria
(SSB)
Ut te quaeram mente pura,
sit haec mea prima cura.
Non est labor et gravabor,
sed sanabor et mundabor,
cum te complexus fuero.

6. Concerto
(SSATB)
Ad ubera portabimini
etc.


  • Ad latus

Surge, amica mea (coro a 5)
Salve, latus Salvatoris (soprano I solo)
Ecce Tibi appropinquo (contralto, tenore, basso soli)
Hora mortis meus flatus (soprano II solo)
Surge amica mea (coro a 5)

Testi

1. Sonata

2. Concerto (SSATB)
Surge, amica mea,
speciosa mea, et veni,
columba mea in foraminibus petrae,
in caverna maceriae. (Ct. 2,13b-14a)

3. Aria (S)
Salve latus Salvatoris,
in quo latet mel dulcoris,
in quo patet vis amoris
ex quo scatet fons cruoris,
qui corda lavat sordida.

4. Aria (ATB)
Ecce tibi appropinquo,
parce, Iesu, si delinquo,
verecunda quidem fronte,
ad te tamen veni sponte
scrutari tua vulnera.

5. Aria (S)
Hora mortis meus flatus
intret Iesu, tuum latus,
hinc expirans in te vadat,
ne hunc leo trux invadat,
sed apud te permaneat.

6. Concerto
Surge, amica mea
etc.


-------
Rif: Wikipedia

Mons. Lorenzo Perosi (1872-1956)

Nato a Tortona (AL) il 10 dicembre del 1872, studiò col padre Giuseppe (1849-1908), maestro di cappella del duomo di Tortona; successivamente al conservatorio di Milano e a Ratisbona.

A 18 anni organista nell'abbazia di Montecassino, dal novembre 1892 all'agosto 1894 maestro di cappella a Imola, poi in S. Marco a Venezia, assunse successivamente, nel 1898, la direzione musicale della Cappella Sistina, che tenne (salvo una parentesi d'alcuni anni) fino alla morte avvenuta a Roma il 12 ottobre 1956. Nel 1894 aveva preso gli ordini sacerdotali.

Lo Stile
Lo stile eclettico di Perosi rivela diverse affinità con quello della "Giovine Scuola" raccolta attorno a Mascagni, Leoncavallo, Puccini, Giordano e Cilea, per una spontanea effusità melodica.

La sua peculiarità si può riconoscere nella mescolanza di componenti veriste con qualche ascendenza wagneriana e con precisi riferimenti alla polifonia classica e al gregoriano. Perosi farà del canto gregoriano il punto di riferimento di tutta la sua opera.


Esecuzione in programma


E x a u d i, D o m i n e

dal Salmo 26, 7-9
per Solo, Coro misto e organo

Testo

Exaudi, Domine, vocem meam,
qua calamavi ad te,
miserere mei et exaudi me.

Tibi dixit cor meum,
exquisivi te facies mea,
faciem tuam, Domine,
requiram.

Ne avertas faciem tuam a me,
ne declines in ira a servo tuo.



Traduzione letterale:
Ascolta, Signore, la mia voce, con la quale a te gridai: abbi pietà di me ed esaudiscimi.
A Te parlò il mio cuore, cercò te il mio volto: il tuo volto cercherò , o Signore.
Non rivolgere da me il tuo volto: non allontanarti, nella tua ira, dal tuo servo.

Versione corrente del Lezionario:
Ascolta, Signore,la mia voce. Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.
Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto"; il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto. Non respingere con ira il tuo servo.

-----
Rif: Wikipedia

Johannes Evangelist Habert (1833 - 1896)

Figlio di un fornaio, ha frequentato la scuola elementare gestita da suo nonno nel 1848, nonché dalla scuola normale di Linz . Questa è stata una scuola di formazione degli insegnanti legati al quale ha studiato.
Nel 1852 divenne insegnante in Naarn sul Danubio , e più tardi nel 1857 in Waizenkirchen . Dal 1860 ha lavorato come organista della chiesa parrocchiale a Gmunden sul lago di Traun, successivamente dal 1878 ne divenne il Maestro di cappella.

E' conosciuto per aver composto numerose opere sacre.

Esecuzione in programma


Adoramus Te

------
Rif: Wikipedia

J. Van Berchem (1505-1565)

Jacquet de Berchem (noto anche come Giachet (a) Berchem o Jakob van Berchem , c. 1505 - dopo il 2 marzo 1567) è stato un compositore del Rinascimento franco-fiammingo, attivo in Italia. Egli era famoso a metà del 16 ° secolo in Italia per la sua madrigali, circa 200, dei quali sono stati stampati in Venezia, alcune stampe in più a causa della loro popolarità notevole. Come prova della sua grande fama, egli è nominato da Rabelais in Gargantua e Pantagruele come uno dei più famosi musicisti maggior parte del tempo e la partitura per uno dei suoi madrigali appare in un dipinto del Caravaggio ( il suonatore di liuto).



Esecuzione in programma


O Jesu Christe

È un mottetto a quattro voci miste di Johan Van Berchem (XVI secolo). È un’accorata preghiera al Salvatore, affinché voglia liberare colui che si trova nell’angoscia.

Questo mottetto esprime completamente il misticismo religioso che caratterizza la cultura medievale ed avverte la presenza del rinascimento e dei suoi splendori che lasceranno una traccia nei secoli successivi.

---------
Rif: Wikipedia
Rif: Alphabeto


Menu di sezione:


Torna ai contenuti | Torna al menu