Cappella Musicale della Pontificia Basilica del Santo di Padova

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G.Faurè

I concerti > anno 2011 > Settembre 2011

Gabriel Urbain Fauré (Pamiers, 12 maggio 1845 – Parigi, 4 novembre 1924) è stato un compositore e organista francese. Con Debussy, Ravel e Saint-Saëns, è uno dei grandi musicisti francesi della fine del XIX secolo e dell’inizio del XX secolo.

Un’opera d'interiorità

A Gabriel Fauré interessava più l'idea musicale che l'orchestrazione. Così, se ci ha lasciato quasi un centinaio di melodie e un repertorio conseguente nel campo della musica da camera e da salotto, non ci ha lasciato che una decina di pezzi per orchestra, destinati specialmente al teatro. Se questi hanno avuto grande successo ( Pelléas et Mélisande per non citare che questa), la loro orchestrazione resta piuttosto classica e, in linea di massima, le formazioni adottate da Gabriel Fauré non portano grandi innovazioni di timbri (per esempio, non utilizza praticamente mai strumenti a fiato nella musica da camera).

Il messaggio di Fauré è tutto intimistico, scaturisce dall’interiore e tende verso la purezza dell'idea musicale. Ciò lo porta a non ricercare i grandi effetti, a volte molto apprezzati, della sua epoca, come le audaci orchestrazioni d'un Wagner, d'un Debussy o ancora d'uno Stravinsky (vedi Citazione più in basso). Se la musica di Fauré non esclude accenti romantici e violenze passeggere (specialmente nella sua Fantaisie), questo aspetto "interiore" della sua musica si è accentuato con l'età, specialmente nelle sue opere più tarde, che ci danno testimonianza d'un "ascetismo" musicale che ha disorientato ai suoi tempi e anche oggi i suoi fautori come i suoi detrattori.

Coperta da questo classicismo d'apparenza, l'originalità del messaggio di Fauré ha potuto a volte essere malintesa.

Composizione eseguita:

Cantique de Jean Racine


Il Cantique de Jean Racine (Op.11) è un brano vocale composto da Gabriel Fauré nel 1864, all’età di 19 anni, ed è la sua prima significativa opera scritta nell’ultimo anno di studi presso la celebre “Scuola di musica religiosa e classica” Niedermeyer di Parigi. Originariamente composto per coro a quattro voci, quintetto a corda ed arpa come pezzo per il concorso di composizione da lui vinto e successivamente in una versione con pianoforte o organo, fu pubblicato solo 12 anni dopo ed eseguito nella versione definitiva a piena orchestra nel 1906.

Il testo,
Verb égal au Trés Haut, scritto in versi dal grande drammaturgo e poeta Jean Racine fa parte dei suoi Hymnes traduites du Brèviaire romani (1688) ed è una perifrasi del canto Consors Paterni Luminis risalente al Medioevo ed attribuito, ma forse erroneamente, a S. Ambrogio, e che veniva cantato nelle prime ore del mattino del terzo giorno festivo, e cioè il martedì.

Un inno all’Onnipotente che esorta i fedeli a risvegliarsi nella notte per pregare uniti e scacciare il sonno dell’anima che fa dimenticare le sue leggi ed implorare, con il canto, la benevolenza di Cristo.

E’ musica religiosa unica nel suo genere: Fauré intende la religione come sorgente d’amore e mai di timore o paura e ci propone un canto solenne, dolce, pacato, talora profondo e triste ma mai troppo drammatico. Una musica che, come il “Requiem”, ispira soprattutto fede, tenerezza e meditazione, che ha destato l’ammirazione di celebri letterati contemporanei di Fauré come Proust e Verlaine e che tuttora affascina sia chi l’esegue sia chi l’ascolta.
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Fonte: www.concentusvocalis.it

Testo in lingua francese

Verbe, égal au Très-Haut, notre unique espérance,

Jour éternel de la terre et des cieux;
De la paisible nuit nous rompons le silence,
Divin Sauveur, jette sur nous les yeux!

Répands sur nous le feu de ta grâce puissante,
Que tout l'enfer fuie au son de ta voix;
Dissipe le sommeil d'une âme languissante,
Qui la conduit à l'oubli de tes lois!

O Christ, sois favorable à ce peuple fidèle
Pour te bénir maintenant rassemblé.
Reçois les chants qu'il offre à ta gloire immortelle,
Et de tes dons qu'il retourne comblé !

Testo in lingua italiana

Verbo dell’Onnipotente, nostra unica speranza,

Luce eterna della terra e dei cieli;
Della pacifica notte rompiamo il silenzio,
Divino Salvatore, degnati di guardarci!

Cospargici del fuoco della tua potente grazia,
Che tutto l’inferno fugga al suono della tua voce
Dissipa il sonno di un’anima languida,
Che la induce a dimenticare le tue leggi !

O Cristo, sii benevolo verso questo popolo fedele,
Ora riunito per benedirti,
Accogli i canti che offre alla tua gloria immortale,
E fa che ritorni colmo dei tuoi doni !


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