F.J. Haydn - Cappella Musicale della Pontificia Basilica del Santo di Padova

Cappella Musicale della Pontificia Basilica di Sant'Antonio di Padova
Coro Antoniano
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F.J. Haydn

Concerti > anno 2011 > Settembre 2011

Franz Joseph Haydn (Rohrau, Vienna 1732 - Salisburgo 1809), è riconosciuto come uno dei massimi esponenti del classicismo.
Di umili origini, a otto anni Haydn fu accettato nel coro della cattedrale di Santo Stefano a Vienna.
Uscito dal coro a diciassette anni, studiò per proprio conto sui testi classici di contrappunto e prese qualche lezione dal compositore e maestro di canto italiano Nicola Porpora.
Nel 1755 fu impiegato per un breve periodo presso il barone Karl Josef von Fürnberg, al quale sembra aver dedicato i suoi primi quartetti d'archi.
Nel 1759 fu assunto dal conte Ferdinand Maximilian von Morzin come compositore e direttore di una piccola orchestra in Boemia.

Haydn è stato spesso onorato del titolo di "padre della sinfonia"; sebbene l'appellativo sia giustificato solo in parte, poiché esistono precedenti e paralleli importanti sia in Italia sia in Germania, è indubbio che la produzione haydniana contribuì enormemente a riscattare questo genere strumentale dalla subalternità rispetto alla musica vocale, e a dargli una forma ampia, duttile e complessa. Per quanto riguarda il quartetto d'archi, invece, la paternità di Haydn è fuori discussione.

Tramite questi due generi principali (a cui occorre aggiungere l'ampio corpus delle sonate per pianoforte e dei trii con pianoforte), Haydn divenne l'autore più conteso dalla vivace editoria musicale del suo tempo ed il punto di riferimento principale dello stile "classico" di fine Settecento.

Lo sviluppo della forma-sonata in un mezzo espressivo flessibile e sofisticato, fino a diventare il soggetto principale del pensiero musicale dell'età classica, deve moltissimo a Haydn, e a quelli che proseguirono direttamente il suo lavoro.

Inoltre, integrò la fuga nello stile classico, e arricchì il rondò con una logica tonale più coerente e organica. Fu anche il primo compositore a usare estensivamente la tecnica della doppia variazione, ovvero una variazione su due temi alternati, spesso in modo maggiore e minore.

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Rif.: www.haydn-2009.at

Programma in esecuzione

Messa in re minore per soli, coro e orchestra, (Nelson Messe)


Musica: Franz Joseph Haydn

Organico: soprano, contralto, tenore, basso, coro misto a quattro voci, flauto, 2 oboi, 2 fagotti, 2 trombe, timpani, archi e organo obbligato
Composizione: Vienna, 31 Agosto 1798
Prima esecuzione: Eisenstadt, Stadtpfarrkirche, 23 Settembre 1798
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1803

Struttura musicale

Kyrie

   Kyrie eleison - Allegro moderato (re minore) - soli e coro

Gloria
   Gloria in excelsis Deo - Allegro (re maggiore) - soli e coro
   Qui tollis peccata mundi - Adagio (si bemolle maggiore) - soli e coro - [senza trombe e timpani]
   Quoniam tu solus sanctus - Allegro (re maggiore) - soli e coro

Credo
   Credo in unum Deum - Allegro con spirito (re maggiore) - coro
   Et incarnatus est - Largo (sol maggiore) - soli e coro
   Et resurrexit - Vivace (si minore - re maggiore) - soli e coro

Sanctus
   Sanctus - Adagio (re maggiore) - coro
   Pleni sunt coeli - Allegro (re maggiore) - coro

Benedictus
   Benedictus - Allegro moderato (re minore) - solie coro
   Osanna - Allegro (re maggiore) - coro

Agnus Dei
   Agnus Dei - Allegro vivace (re maggiore) - soli - [senza trombe e timpani]
   Dona nobis pacem - Allegro vivace (re maggiore) - coro

Note storiche


Haydn scrisse tredici messe in cui si avverte con plastica evidenza l'evoluzione costante della personalità del musicista, il quale assomma in sé l'antico e il nuovo che fermentava nell'arte del suo tempo. Le prime due composizioni del genere, la Missa Rorate coeli desuper in sol maggiore e la Missa brevis in fa maggiore rientrano senza alcuna difficoltà nella classificazione della musica religiosa austriaca concepita secondo la tradizione: l'autore aveva appena diciotto anni e non. poteva che seguire le regole vocali e strumentali già utilizzate da altri artisti. Una maggiore varietà tecnica ed estetica, specie nella parte riservata al canto, si può riscontrare nella Missa Sanctae Caeciliae in do maggiore (1769-1773) e nella Missa Marìazell in do maggiore, così chiamata perché composta per il monastero di Mariazell (1782), ma la maturità di Haydn in questo campo appare evidente nel gruppo delle sei messe solenni, tra le quali spiccano per grandiosità e ampiezza di costruzione, con l'uso più incisivo e vibrato dell'orchestra, la Missa in tempore belli in do maggiore, detta anche Paukenmesse (Messa dei timpani) del 1796, la Missa in angustiis in re minore, conosciuta pure come Nelson-Messe, del 1798, la Theresien-Messe in si bemolle maggiore del 1799, la Schöpfungs-Messe (Messa della creazione) in si bemolle maggiore del 1801 e l'Harmoniemesse in si bemolle maggiore rispettivamente del 1764 e del 1800, il poderoso Stabat Mater con orchestra e organo (1773), e il brano carico di dolente religiosità Die Sieben Worte des Erlösers am Kreuze (Le sette paróle del Redentore sulla Croce), composto su sette frasi ricavate dai Vangeli per celebrare i funerali di Cristo e realizzato musicalmente con austerità e nobiltà di sentimenti.

Alla Missa in angustiis, oggi in programma, Haydn lavorò dal 10 luglio al 31 agosto del 1798; l'esecuzione ebbe luogo per la prima volta alla metà di settembre dello stesso anno nella cappella di Eisenstadt e per il genetliaco della principessa Maria Hermenegilda, moglie del conte Nikolaus II Esterazy. Pur rinchiuso tra le mura della sua tranquilla operosità di artigiano della musica, Haydn non manca di esprimere in questa Messa in re minore le preoccupazioni e le apprensioni causate dalle guerre napoleoniche, che per lui stavano a rappresentare il capovolgimento dell'ordine costituito in Europa, nel nome dei principii della Rivoluzione francese guardata con sospetto e diffidenza. E' indicativo il sottotitolo di Nelson-Messe, in quanto proprio il 1° agosto 1798 l'ammiraglio inglese Nelson aveva vinto temporaneamente l'armata napoleonica ad Aboukir, senza tuttavia fermare l'avanzata dei piani di conquista dell'Europa da parte dell'imperatore francese. Forse in quel momento Nelson stava a significare per il musicista il ritorno all'ancien régime e il simbolo coagulante del pensiero e delle forze della vecchia e amata civiltà, minacciata dalle teorie letterarie e filosofiche dello Sturm und Drang. Naturalmente qui come in tutta la sua opera Haydn, sempre sospinto da una visione serena e fiduciosa della vita, non vuole contrapporre un credo politico ad un altro, ma esprimere in termini musicali la propria ansia e le proprie «angustie» per il dilagare delle guerre nel cuore dell'Europa. Del resto questo stato d'animo si concretizza formalmente con alcune sottolineature di trombe e di rulli di tamburo, miranti a richiamare l'attenzione su una realtà drammatica, ma non chiusa ad un avvenire di pace.

Per il resto la Missa in angustiis è un blocco di lodevole fattura e di solida struttura, in una dialettica alternanza tra omofonia e polifonia, tra squarci solistici e corali, in cui svolge un ruolo determinante la grande esperienza sinfonica haydniana. Tutto si muove e si articola fluidamente, guidato da una mano pronta e sicura, capace di unire e saldare fra di loro i vari temi ed episodi vocali e strumentali, nel pieno rispetto di ciò che viene definito il classicismo in musica, alla cui base c'è l'idea della forma-sonata, intesa come sviluppo organico di un unico pensiero musicale. Non c'è dubbio che anche da questa Messa si sprigiona un sentimento tonificante e rasserenante della vita, come riconobbe Goethe, scrivendo in «Kunst und Alterthum» (Arte e antichità) che «la pratica e l'audizione delle sue opere [di Haydn] hanno sempre comunicato una sensazione di pienezza». «Poiché Haydn — annotò il creatore del Faust — è nostro, figlio delle nostre contrade, che crea con naturalezza la musica. Temperamento, sensibilità, spontaneità, dolcezza, forza, infine le due caratteristiche stesse del genio, ingenuità e ironia: tutto questo appartiene a lui. Se. tutto ciò, inconcepibile senza un profondo calore umano, è l'elemento costitutivo del suo essere, salutiamo la sua arte come antica nel miglior senso della parola... Tutta la musica moderna si basa su di lui. Ho sempre desiderato di poter dire sinceramente e calorosamente come sento, che l'accordo perfetto che esprime il suo genio non è che la tranquilla risonanza di un'anima nata libera, chiara e casta. Le sue composizioni sono il linguaggio ideale della verità: ciascuna delle sue parti è necessaria ad un insieme di cui essa è aspetto integrante, pur vivendo della propria vita ».

Testo


KYRIE
Kyrie eleison.
Christe eleison.
Kyrie eleison.

GLORIA
Gloria in excelsis Deo. Et in terra pax hominibus bonae voluntatis.
Laudamus te. Benedicimus te. Adoramus te. Glorificamus te.
Gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam.
Domine Deus, Rex coelestis, Deus Pater omnipotens. Domine Fili unigenite, Jesu Christe. Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris.
Qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram.
Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis.
Quoniam tu solus Sanctus, Tu solus altissimus, Tu solus DominusJ.
Cum Sancto Spiritu in gloria Dei Patris. Amen.

CREDO
Credo in unum Deum, factorem coeli et terrae, visibilium omnium et invisibilium; et in unum Dominum Jesum Christum, Filìum Dei unigenitum et ex Patre natum ante omnia saecula, Deum de Deo, lumen de lumina, Deum verum de Deo vero, genitum, non factum, consubstantialem Patri, per quem omnia facta sunt; qui propter nos homines et propter nostram salutem descendit de coelis.
Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine, et homo factus est.
Crocifixus etiam pro nobis: sub Pontio Pilato, passus et sepultus est.
Et resurrexit tertia die, secundum scripturas, et ascendit in coelum, sedet ad dexteram Patris; et iterum venturus est cum gloria, judicare vivos et mortuos, cujus regni non erit finis.
Et in Spiritum Sanctum Dominum et vivificantem, qui ex Patre Filioque procedit, cui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur.
Qui locutus est per Prophetas; et unam sanctam catholicam et apostolicam ecclesiam.
Confiteor unum baptisma in remissionem peccatorum. Et expecto resurrectionem mortuorum. Et vitam venturi saeculi. Amen.

SANCTUS
Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt coeli et terra gloria tua.
Osanna in excelsis.

BENEDICTUS
Benedictus qui venit
in nome Domini.
Osanna in excelsis.

AGNUS DEI
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
miserere nobis.
Dona nobis pacem.

Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia; Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 20 Dicembre 1980, direttore Wolfgang Sawallisch

Coro della Cappella Musicale di Sant'Antonio di Padova
Piazza del Santo, 11
Tel.: 049 8242811

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